Durometro Poldi – Funzionamento e uso
risultato valido per la misurazione della durezza Brinell.

una minima accortezza agli aspetti più delicati della prova.
La prima operazione consiste nell’inserire la barra nel durometro Poldi (solitamente con un R s di circa 70
kg/mm 2 ), in modo che questa rimanga saldamente bloccata tra il punzone e la sfera di acciaio:
Si prepara quindi la superficie di prova, pulendola accuratamente e, se necessario, spianando una piccola
area che consenta l’ottimale realizzazione e lettura dell’impronta che la prova lascerà.
Ponendo il durometro Poldi perpendicolarmente alla superficie da valutare, si colpisce lo strumento con un
martello (la forza deve essere sufficiente a realizzare impronte nette, evitando però di imprimere una forza
eccessiva, dato che il diametro non deve superare i 4.2 mm).
Il test è finito! Bisogna adesso estrarre la barretta e misurare il diametro dell’impronta circolare lasciata su
di essa (D2 ), e allo stesso modo rilevare il diametro della traccia presente sul campione da verificare (D1 ).
La durezza viene indicata dalla tabella (basta leggere il valore all’incrocio della riga e della colonna dove
sono riportati i diametri delle impronte su barretta e campione)

Domande frequenti:
Il durometro Poldi è uno strumento preciso?
Il Poldi è uno strumento portatile, ideato principalmente per un uso sul campo, non vuole e non può quindi
sostituire un durometro da banco. Ha però il pregio, rispetto agli strumenti a rimbalzo, di ottenere il valore
di durezza secondo normativa (contrariamente ai portatili elettronici a rimbalzo, che convertono un valore
in durezza Brinell secondo una tabella di raffronto empirica). Normalmente le misure di questo durometro
possono avere uno scostamento massimo del 10% rispetto ai valori misurati con uno strumento da banco.
Come si misura il diametro delle impronte?
Lo strumento più semplice è un oculare ingranditore che permette, grazie ad una riga centesimale inserita
nel campo di visione, di determinare il diametro dell’impronta. Tale sistema, economico ed estremamente
pratico, difetta comunque di precisione. Per misure critiche, se possibile, si consiglia l’uso di un
microscopio, di un lettore di profili o di analoghi strumenti.
Cosa devo fare se l’impronta risulta ellittico?
In questo caso è opportuno utilizzare il valore medio dei diametri maggiore e minore della circonferenza. Se
tale eccentricità fosse comunque molto pronunciata, questo potrebbe dipendere dalla mancata
perpendicolarità della battuta o da una superficie del provino non sufficientemente planare, ragione per cui
si consiglia di eseguire nuovamente il test.
La barretta che ho non è R s 70 kg/mm 2 , posso usarla?
Il risultato di una prova fatta con una barretta diversa fornisce ovviamente risultati diversi e non utilizzabili
con le tabelle standard. Per questa ragione, su ogni barra, accanto al valore di R s , è riportato un valore
correttivo che permette di ottenere valori corretti. E’ sufficiente MOLTIPLICARE la durezza ottenuta dalla
tabella standard per questo coefficiente.
Ad esempio, una barretta con R s di 68 kg/mm 2 ha un fattore di correzione di 0.972 (quindi la durezza reale è
inferiore a quella data dalla tabella), mentre con R s di 72 kg/mm 2 il fattore correttivo è di 1.029.
Quante prove posso fare su una barretta?
La distanza tra i centri di due differenti impronte dovrebbe essere di almeno 15-20 mm, con un barretta
standard da 150 mm si possono fare quindi 8-10 prove per faccia.